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Il virtuosismo tecnico
Il virtuosismo tecnico
Nel quinquennio seguente de Chirico tornò a temi mitologici sotto l'influsso di Bocklin e dei maestri del Rinascimento. Il virtuosismo tecnico, di cui aveva già dato prova nel periodo ferrarese, giunse al culmine negli autoritratti e nell'articolo "Il ritorno al mestiere" pubblicato sulla rivista i "Valori Plastici" nel 1919. Nel 1924 l'artista ritornò a Parigi, attirato dall'ammirazione per la sua opera espressa da André Breton e dai surrealisti; ben presto tuttavia nacquero divergenze tra i suoi intendimenti artistici e la loro interpretazione freudiana sulla sua opera.
L'affermazione
Il favore di cui il "primo" de Chirico godette da parte di Breton, con l'esclusione dei dipinti successivi ha pesato considerevolmente sulle valutazioni critiche. Tuttavia fu proprio il secondo periodo parigino ad affermare definitivamente il nome di de Chirico. A metà degli anni Venti sposò l'attrice russa Raisa Gurevich Kroll, che in seguito studiò archeologia alla Sorbona con Charles Picard. Nel corso degli anni Venti de Chirico riconsiderò il tema del manichino, ora composto da elementi architettonici fantastici e avviluppato in pennellate suggestive. Sviluppò i nuovi cicli dei "cavalli sulla spiaggia" e dei " gladiatori", figure di combattenti in interni chiusi. Quest'ultima serie culminò nella "Sala dei gladiatori" realizzata per la casa di Léonce Rosenberg negli anni 1928-29.
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